Il gruppo di CORDENONS dedica una sala della propria sede alla fin c'à dura
Ringrazio tutti i presenti
SONO PASSATI ESATTAMENTE 5 ANNI DA QUANDO TAGLIAMMO IL NASTRO PER L’INAUGURAZIONE DI QUESTO EDIFICIO
Allora fu benedetto e per convinzione e tradizione una preghiera per il gesto che ci accingiamo a compiere, la vogliamo fare anche questa sera. Saltando la scaletta abituale che vorrebbe la benedizione prima del taglio del nastro, facciamo prima la benedizione dati gli impegni che don Alessandro Moro avrà fra pochi minuti e che ringraziamo perché non ha voluto mancare e perché è assalito dalla disperazione di aver a che fare fra poco con quelli di Maniago. Nel seguire la benedizione ricordiamo anche i nostri alpini che ci hanno lasciato in questi 5 anni e che hanno lavorato alla sede. Mi trovo davanti ad una occasione molto importante per quello che tutto questo rappresenta e ha rappresentato per il Gruppo di Cordenons e per me personalmente. Oltre alla emozione sono assalito da un timore che è quello di non essere capace di trovare le giuste parole per rendere il vero significato di questo avvenimento. Vedete, quando si ricordano persone o cose che hanno fatto parte del nostro passato, spesso commettiamo l’errore di mitizzarle per il gusto della retorica o per abitudine. In questo modo, a mio avviso, corriamo il rischio di fare loro un torto . Sono convinto che il giusto modo di rendere loro merito è quello di ricordare i loro gesti e le loro azioni nell’ambito della normalità, delle azioni di tutti i giorni , perché il bel gesto fatto da persone comuni, (diciamo così) da uno di noi insomma, acquista maggior valore.
Questa sera parleremo sostanzialmente di tre cose:
di una società di amici che oggi non c'è più
di persone semplici ma grandi nella importanza del ruolo che hanno avuto
di gesti di altruismo
La società si chiamava FINCADURA ed è esistita dagli anni 50 ala fine del 2015.
Le persone sono tutte quelle che hanno lavorato e contribuito per la realizzazione di questa sede,
I gesti di altruismo sono tutti quelli collegati alla dedizione per realizzare tutto ciò.-
Iniziamo dalla FINCADURA che è nata per iniziativa di Arturo Giust (Pase), papà di Giuseppe ( Bepi), Nidia qui presenti oltre ad Anita e Albano che non possono essere presenti, Vorrei che sia proprio Bepi a leggere un articolo apparso sul Ciavedal nel 2016 che illustra bene la cosa. Arturo, classe 1912 Ci ha lasciato nel 1998 ed ha fatto anche parte del direttivo del Gruppo Alpini dove io, giovane iscritto, facevo parte.- ha combattuto in Grecia e Russia Dopo Arturo, la società è stata portata avanti da altri amici, Gino Romanin marito della nostra inossidabile Luigia anche lui scomparso è succeduto ad Arturo come presidente per dieci anni. Venne poi la volta di Tita Buna, alpino socio del ns gruppo che è stato l’ultimo Presidente fino allo scioglimento avvenuto appunto nel 2015. Abbiamo iniziato questa avventura della costruzione della sede nei primi anni duemila e ricordo che quando in consiglio abbiamo messo ai voti la scelta se costruirla o meno ex novo, i voti contrari in quel consiglio sono stati tre . Non m i stancherò mai di dire che ben due di quei tre voti contrari che l’avevano fatto per timore di non riuscire a rientrare con le spese sono stati tra i primi 11 che hanno lavorato più ore – ecco questi sono gli alpini con cui in questi anni ho avuto a che fare. Ricordo benissimo l’atteggiamento di Tita che in quella seduta fu tra i più principali sostenitori della scelta e diceva in un modo ripetitivo : “ I la fen i la fen sensa problemi” . Per me sentire Tita esprimersi così era stata una cosa insolita.- solo diversi i anni dopo ho capito che con i risparmi della FINCADURA intendeva forse già da allora dare sostegno. Parlare di questo mi dà anche occasione di rendere merito a tante alte persone che in questa Associazione hanno compreso lo spirito con cui ci si deve attrezzare ed andare avanti. Tita era uno che sapeva che non bastava essere alpini solo quando ci sono le adunate. Lui le adunate e le feste le amava assai, eccome se le amava, ma era presente quando si doveva lavorare duro. Apparteneva a quella categoria di alpini consapevole che prima di tutto la famiglia , ma sapeva che senza mettere mai gli impegni della associazione davanti a quelli famigliari , non si costruiscono queste sedi. La Carla e le altre nostre mogli lo sanno bene. ed è anche loro che noi tutti, senza retorica, dobbiamo ringraziare. Per quanto io l'ho conosciuto , devo dire che di fronte ad un problema , solitamente Tita era inizialmente di poche parole, poi quando era convinto di una cosa la sosteneva a spada tratta e le sue parole diventavano un fiume , mai banali, ripetitive forse, ma banali mai. Io ho un motivo personale per ringraziarlo. Durante i lavori della sede, essendo Osvaldo Bidinost capogruppo ed io il responsabile dei lavori, davanti alle difficolta di andare avanti con questo o quel lavoro, con questa o quella scelta , girare e rigirare per reperire materiali a basso costo …. mi diceva non mollare, guai se molli devi essere il collante. E sono certo che con Osvaldo Falomo che ha curato la parte economica ha detto altrettanto.
Per Tita e per tutti quelli che hanno lavorato per questa sede mandiamo in onda uno spezzone del video che abbiamo fatto allora ove si vedono appunto le persone in cantiere. AI tanti alpini frequentatori della sede che si son o trovati le cose fatte senza fatica, dico che devono riconoscenza a queste persone.
Alcuni dovrebbero anche imparare a sporcarsi di più le mani e a chiaccherare meno in onore e rispetto di chi ha dato tanto. Se queste parole vi possono sembrare esagerate in questo contesto, mettiamola così:
diciamo che sono un messaggio in Codice per qualcuno e per il nostro futuro Associativo.-
E veniamo ai gesti di altruismo cui accennavo all’inizio: Della dedizione delle persone che hanno lavorato ho già accennato
Ma la cerimonia di oggi si impernia sul fatto che vogliamo dedicare questa ala della nostra sede alla società “Fincadura” che ha contribuito in modo importante alla ultimazione di questa sede. Per essere più precisi per la costruzione di questa sede abbiamo avuto sostegno dalla Regione , dalla provincia , e per una parte degli arredi dal Comune di Cordenons. La Fincadura oltre ad averci sostenuto durante la costruzione affinchè l’esposizione bancaria non superasse certe cifre, alla fine ha fatto al gruppo una donazione che, se presa singolarmente è stata superiore a tutte quelle singole fatte dagli enti che ho citato.
Anche quando si fanno dei bei gesti però, c’è sempre chi critica e così è stato anche in questo caso.
E’ bene che si sappia che la FINCADURA non ha dato solo contributi agli alpini ma anche ad altre Associazioni – La differenza sta nel fatto che noi alpini , che siamo tradizionalmente custodi della memoria , vogliamo che della FINCADURA rimanga a lungo un ricordo e lo facciamo nel modo che siamo in grado di fare, come ci è sembrato essere il più appropriato. Lasciatemi spendere due parole per due alpini che con la loro opera artistica e artigianale hanno voluto a loro modo celebrare questa giornata: Bruno della Schiava, alpino di Vito D’asio iscritto a quel gruppo ma da anni residente a Cordenons ha costruito e donato le sagome su nostro disegno che sono messe in facciata ovest grazie alle quali mi pare che si capisca che è la sede di un Gruppo Alpini senza altre indicazioni.- Grazie Bruno. L’altro pensiero è per Walter Trevisiol, artiglieria da montagna, che ha dipinto uno splendido quadro che prego scoprire. Ad esso mi piace dare questo significato: la penna nera, simbolo del sacrificio di tanti e nello sfondo una non meglio definita lapide con parole illeggibili per l’infinito sovrapporsi di mille dediche scritte su migliaia di lapidi sparse in mille e mille luoghi a ricordare il sacrificio di tanti.- grazie Walter E’ dunque con piena soddisfazione che procederemo fra breve al taglio del nastro per la dedica prima vorrei che la targa venisse scoperta da due persone: Mauro Gaiotto, nostro alpino socio attivo della FIN CADURA e Gino Raffin che fra tutti coloro che hanno lavorato ha fatto più ore di presenza in cantiere.